Dopo 35 anni di continuata attività sportiva e di promozione sociale sul territorio, la Libertas Albatros di Sesto al Reghena ha deciso di fare un passo indietro.
Non gestirà più gli impianti sportivi comunali: il palazzetto dello sport di Bagnarola, le palestre di Sesto e Ramuscello, la pista di atletica e il campetto polivalente esterno.
Una decisione sofferta ma obbligata che avrà, conseguentemente, importanti ricadute sul territorio: “La convenzione triennale stipulata con il Comune per la gestione dell’impiantistica sportiva – osserva amareggiato Antonello Bernard, presidente della Libertas Albatros – scade a fine agosto. Ho chiesto che il contratto in essere venisse rinnovato, a patto però che l’amministrazione comunale ci concedesse un adeguamento economico: da 10mila a 35mila euro l’anno”.
“Questo – aggiunge – per far fronte agli aumenti, stimati attorno al 30 per cento, dovuti all’inflazione, ai maggiori compensi da erogare ai nostri istruttori, alla perdita del 40 per cento delle entrate di sponsorizzazione e pubblicità e agli effetti della nuova riforma dello sport, che obbligherà quasi tutte le associazione sportive dilettantistiche a gestire i propri collaboratori come veri e propri lavoratori. Non in ultimo all’aumento dei costi di manutenzione dovuti all’usura degli impianti, data la totale mancanza di investimenti (straordinari), da parte del Comune, negli ultimi 20 anni”.
Bernard ha rappresentato queste difficoltà alla giunta, in particolare al sindaco Andrea Nonis, la quale ha garantito alla Libertas Albatros un sostegno economico minimo, che andrebbe a coprire soltanto il 20 per cento delle nuove spese.
“Vorrei ricordare che delle strutture sportive che noi abbiamo in gestione – puntualizza Bernard – fruiscono anche gli alunni dell’Istituto comprensivo di Sesto al Reghena”.
Con questi presupposti, l’associazione sportiva aveva a disposizione soltanto un’alternativa per poter far fronte all’ondata di rincari: aumentare le quote sociali: “Una strada non percorribile – annuncia Bernard – visto che abbiamo già dovuto apportare alle quote, nel corso della stagione sportiva da poco conclusa, un aumento del 10 per cento. La nostra mission statutaria, ma anche morale, è rendere accessibile l’attività sportiva a tutti. Riteniamo, inoltre, che lo sport debba essere alla portata di chiunque e non diventare un privilegio per pochi”.
La Libertas Albatros non chiuderà i battenti. Rinnoverà l’affiliazione con il Centro sportivo provinciale Libertas di Pordenone ma sarà costretta a sospendere momentaneamente qualsiasi attività sportiva. In attesa di conoscere il pensiero della prossima amministrazione comunale sulla gestione degli impianti sportivi. “Solo quella volta – sottolinea Bernard – decideremo cosa fare”.
Ivo Neri, presidente provinciale della Libertas, ha appreso con dispiacere la decisione del direttivo dell’Albatros:
“Tuttavia la ritengo giusta, vista la volontà dell’amministrazione comunale di non aiutare l’associazione sportiva. Purtroppo questo non sarà l’unico caso: se non verrà migliorata la riforma dello sport – allarga le braccia Neri – assisteremo ad una progressiva moria di sodalizi. Si dice tanto di alleggerire la burocrazia, invece questa aumenta sempre di più. Per quanto riguarda l’Albatros, mi auguro che prevalga il buon senso e che venga trovato un accordo con il Comune. Per il bene dello sport e del tessuto sociale locale”.