Burocrazia e riconoscimento dei compensi ai collaboratori. Sono queste le maggiori preoccupazioni sollevate dai dirigenti che lunedì sera, a Porcia, hanno partecipato al convegno “Decreto legislativo 36 – Riforma dello sport” organizzato dal Centro regionale Libertas con la collaborazione di quello provinciale di Pordenone.
All’evento erano stati invitati tutti i presidenti delle associazioni sportive affiliate all’ente di promozione sportiva del Friuli Occidentale: 100 i dirigenti che vi hanno preso parte, con grossa soddisfazione del presidente provinciale Ivo Neri che, per la serata, si è avvalso del contributo dell’avvocato Andrea Canzian e del dottore commercialista Michele Sessolo.
Presente anche il parlamentare Emanuele Loperfido (Fratelli d’Italia) che, dopo aver preso nota delle criticità palesate da diversi dirigenti sportivi, ha garantito il suo impegno affinché alcuni punti della riforma possano essere modificati. “Una legge figlia del governo che c’era nel 2019, quello di Giuseppe Conte”, ha sottolineato Loperfido che, vista la delicatezza della situazione, manterrà vivi i contatti con Neri.
A prendere la parola è stato quindi l’avvocato Canzian che ha posto l’accento, soprattutto, sulle nuove responsabilità introdotte dalla legge, sul “contestato” articolo 15 (riguardante socio e tesserato), sulle responsabilità del presidente dell’associazione, sulla sicurezza dei lavoratori sportivi e sull’abolizione del vincolo sportivo.
Dal canto suo il commercialista Sessolo ha dichiarato che
“la nuova legge, che aspettavamo da 30 anni, è anche giusta: tutela il lavoratore sportivo cioè l’atleta, il tecnico, il direttore sportivo e tecnico. Queste tutele riguardano soprattutto il trattamento pensionistico e gli infortuni. Comunque il lavoratore sportivo avrà tutte le tutele di un lavoratore normale, cosa che invece prima della legge non aveva”.
A preoccupare i dirigenti, soprattutto, la nuova burocrazia: “Quelli delle medie e piccole associazioni sportive – rileva Neri – non sono amanti delle montagne di carta. Il loro tempo preferiscono dedicarlo allo sport nelle palestre e nei campi”.
Altra preoccupazione emersa riguarda i compensi, che non potranno più essere erogati con il sistema della vecchia legge ai quei volontari che contribuiscono a mantenere vivo il sodalizio: gli addetti alla segreteria, alla pulizia delle palestre, gli operatori dei centri estivi, gli accompagnatori, i magazzinieri, gli addetti alla comunicazione e quelli che si occupano dello sfalcio dell’erba dei campi da gioco”.
Alla chiusura dei lavori, il presidente regionale della Libertas, Lorenzo Cella, ha ringraziato i relatori e tutti i presenti dando appuntamento ai prossimi due incontri, sempre sullo stesso tema, previsti prossimamente a Udine e Trieste.