“Lascio il mondo dello sport ma resto comunque a disposizione. Soprattutto di chi, come Ivo Neri, mi ha dato la possibilità di crescere e d’imparare nozioni nuove”.
Dopo sedici anni trascorsi all’interno del Consiglio provinciale della Libertas di Pordenone, ricoprendo anche l’incarico di vicepresidente, a 76 anni Enea Sellan, socio fondatore dello Skorpion club, gloriosa società di arti marziali, ha deciso che era giunto il momento di farsi da parte.
Una scelta sofferta – la sua – ma dettata dal fatto che “ad una certa età – Sellan parla con un pizzico di commozione – sia per me è giunto il momento di lasciare spazio a persone più giovani e che, soprattutto, portino una ventata di idee nuove. Sono sempre stato abituato ad essere una persona schietta ma leale, che quando c’era qualcosa che non andava lo diceva apertamente, senza troppi giri di parole, ma proponendo un’alternativa. Forse quell’essere ancora propositivo, ora, mi è venuto meno”.
Di soddisfazioni, nello sport, Sellan se n’è tolte parecchie. Sia con lo Skorpion, società alla quale ha dato i natali, che con l’Olympia Center di Sacile. Ma anche all’interno del Comitato provinciale della Libertas “dove gestire decine di società affiliate e oltre 12mila tesserati non è un gioco. E’ una realtà che, grazie all’abilità di Ivo Neri (nell’ultima riunione, il presidente ha voluto ringraziare Sellan: “Mi sono spesso confrontato lui su vari argomenti, mi spiace che non si ricandidi ma è stato un onore poterlo avere all’interno del direttivo”) e di tanti bravi consiglieri, è cresciuta a vista d’occhio. Diventando, di fatto, un modello da seguire per tanti altri comitati”.
Nella sua lunga carriera da uomo di sport, Sellan ricorda con affetto diversi momenti. Dalla fondazione nel ’73 dello Skorpion nell’allora spazio in affitto a Torre (“risposi sì alla chiamata dell’amico Dario Crozzoli: era un qualcosa in cui davvero credevamo”) ai trionfi di alcuni dei “suoi” judoka. Nitido il ricordo di Agostino Pilot, prima cintura nera dello Skorpion.
Ma nella testa di Sellan ricorrono anche i momenti bui della pandemia da Covid-19, la difficile scelta di congelare qualsiasi attività sportiva e “il dovere di combattere contro qualcosa di sconosciuto, che non aveva connotati precisi”.
“Come Libertas – sottolinea – abbiamo svolto un lavoro encomiabile, stando vicinissimi alle società. Non sapete però che tristezza ho provato quando, alla fine dei conti, l’Olympia Center ha dovuto rimanere chiuso otto mesi”.
Favorevole al restyling di Polo Young (“non mi sarei mai aspettato che diverse persone potessero, ricorrendo prima al Tar e ora al Consiglio di Stato, compromettere il futuro dello sport pordenonese”), Sellan ha voluto spendere parole di elogio per quanti, spesso gratuitamente, si mettono a disposizione quotidianamente del ricco panorama sportivo che anima la città del Noncello.
La sua esperienza da dirigente ora è giunta al capolinea. “Continuerò comunque ad essere un uomo di sport e a praticare sport. E resterò sempre a dispozione di chi vorrà chiedermi qualche consiglio. Statene certi”. Parola di prof. Sellan.